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C’era una volta una città, una stupenda sirena che si lasciava baciare dai flutti del mare. E c’è una storia centenaria di uomini provenienti da ogni parte del mondo che hanno tentato di conquistarla. La cultura napoletana, un’affascinante matassa di realtà e leggenda, si arricchisce in questo modo delle influenze esotiche più disparate. L’espressione più emblematica di questo aspetto è senz’altro la cucina. Alle volte si bada troppo alla correttezza delle informazioni, ai fatti, alla storia. Ma ogni storia, e ogni ricetta, si basa su vicende umane minime, personali, che appartengono a ogni famiglia e compongono il cuore pulsante della città.

Queste sono le storie che ci proponiamo di raccontare: l’odore di ragù nelle scale dei palazzi, gli spaghetti con i sassolini di mare perché le vongole costavano troppo, l’odore di olio bollente nelle strade dai mille colori degli stracci stesi al sole.

La storia di un popolo che sapeva, e sa, godere di una fetta di pane raffermo bagnata d’acqua con un pizzico di sale e un filo d’olio. Dai fenici agli spagnoli, dal De re coquinaria di Apicio ai moderni ricettari, l’arte della semplicità dei napoletani è antica e tuttavia attuale e ve la racconteremo, ricetta per ricetta.